La sentenza è composta da tre parti. La prima contiene l’indicazione delle parti del processo (i richiedenti da una parte ed il Ministero degli Interni italiano, dall’altro) ed i tre giudici che conformano l’organo giudicante.
La seconda parte consiste nel ragionamento giuridico che il giudice utilizza per arrivare alla conclusione che i richiedenti sono cittadini italiani iure sanguinis. Ancora oggi, dopo 10 anni dalla prima storica sentenza, i giudici continuano ad applicare i medesimi ragionamenti giuridici e logici contenuti nella Sentenza della Corte di Cassazione No. 4466/2009. Da allora, centinaia di migliaia di persona hanno ottenuto il riconoscimento della doppia cittadinanza.
L’ultima parte della sentenza consiste nella decisione del Tribunale. Nel 99% dei casi, se i documenti in funzione probatoria sono perfetti, la sentenza accetta la richiesta e riconosce la cittadinanza italiana ai richiedenti.
Dall’anno 2018, il Tribunale di Roma ha costituito una sezione, la 18, specializzata nella materia della cittadinanza italiana. Da allora, le sentenze rivestono la forma di un’ordinanza e vengono emesse da un giudice unico.